D'Annunzio nella sua epoca Microstoria |
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L’ESPERIENZA ROMANA, 1881-1888 Già celebrato come poeta dal Chiarini, D’Annunzio giunge a Roma per iscriversi all’Università. Ma lo attraggono, più che le aule, i cenacoli mondani e intellettuali. L’attività letteraria e giornalistica lo avvince: pubblica poesie e novelle; conosce tra gli altri Carducci e De Bosis; collabora alla « Tribuna », al « Capitan Fracassa » e successivamente alla « Cronaca Bizantina »; vive le più moderne esperienze europee: preraffaellismo, Parnasse, simbolismo. Si costruisce quello stile di vita « inimitabile », elegante e raffinato, che lo distinguerà per tutta la vita. Non senza scandalo, e contro la volontà del padre, sposa la duchessina Maria Hardouin di Gallese: ne avrà tre figli.
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TRA FRANCAVILLA E ROMA, 1888-1891 Degli amici romano-abruzzesi (Scarfoglio, Tosti, la Serao, Pascarella ecc.) il più intimo è il pittore Francesco Paolo Michetti. Nella sua casa di Francavilla al mare, il « Convento », acceso di sùbita passione per Barbara Leoni, compone Il piacere e Giovanni Episcopo. Adempie il servizio militare come cavalleggere.
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TRA NAPOLI E FRANCAVILLA, 1891-1898 Separato di fatto dalla moglie, interrotta l’attività giornalistica, preoccupato da angustie economiche si trasferisce a Napoli, dove l’amico Scarfoglio dirige « Il Mattino ». Vi incontra la contessa Maria Gravina, se ne innamora e ne ha una figlia, Renata; con loro si trasferisce nel 1894 a Francavilla.Sul panfilo di Scarfoglio compie nel 1895 un viaggio in Grecia, riportandone intensa commozione della quale particolarmente testimoniano le Laudi e La Città morta.La versione francese de L’Innocente gli conferisce fama europea. Raccoglie e rielabora l’idea nietzschiana del « superuomo », conformandovi, dal 1895 (Le Vergini delle Rocce), la vita e l’opera.Nel 1897 è eletto deputato. Conosce la Duse, la donna che più profondamente incise nel suo animo e nella sua arte: nasce lì la sua vocazione per il teatro. |
ALLA CAPPONCINA: IL PERIODO SOLARE, 1898-1910 A Settignano, presso Firenze, D’Annunzio arreda con gran dispendio una villa in uno stile singolare e prezioso: riflesso esterno del mito ch’egli va costruendo attorno a sé. Accanto vive, nel villino della « Porziuncola », Eleonora Duse, che lo stimola e lo assiste nel lavoro. Con le Laudi (1899-1903) esprime il suo capolavoro poetico, mentre la Duse assicura fama europea al suo teatro. La prima rappresentazione della Figlia di brio, sottratta alla grande attrice, ne incrina la relazione con il poeta: le vicende adombrate nel Fuoco, la lunga successiva amarezza, allontanano per sempre la « Divina ». L’amore di D’Annunzio per la marchesa Alessandra di Rudinì e per Giuseppina Mancini conclude il periodo dorato e tormentoso della « Capponcina », il più fervido di creazione:altre donne, del resto, attraverseranno la sua vita. Il poeta lascia la villa nelle mani dei creditori, per emigrare in Francia in « volontario esilio ». |
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Altre 10 foto della mostra |
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