D'Annunzio nella sua epoca  Microstoria   

 
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IN FRANCIA, 1910-1915

Prima a Parigi, poi ad Arcachon, in riva all’Atlantico, D’Annunzio non trascorre oziosamente il suo esilio: vi conosce eminenti letterati; compone per Ida Rubinstein Le Martyre de Saint Sébastien, musicato da Debussy, e la Pisanella, musicata da Pizzetti.Segue con attenzione le vicende italiane, celebrando la guerra di Libia. Alfiere dell’interven­tismo, è invitato a rientrare in Italia per celebrare nel 1915 la Sagra dei Mille: la sua parola per l’entrata in guerra entusiasma le folle.

 

IN GUERRA, 1915-1918

La parola si unisce all’azione. Volontario, il poeta-soldato partecipa eroicamente alla guerra, divenendo un simbolo per i combattenti. Delle sue imprese in cielo, in mare e in terra, le più audaci sono la Beffa di Buccari e il volo su Vienna.

 

L’IMPRESA DI FIUME, 1919-1920

Protesta contro la « vittoria mutilata », rivendicando all’Italia Fiume e la Dalmazia, in aspra polemica con gli alleati e col governo italiano. A capo di una legione di volontari, occupa la città (12 settembre 1919), proclama la Reggenza italiana del Carnaro, e redige il Disegno di un nuovo ordinamento dello stato libero di Fiume. Per evitare una lotta fratricida (« natale di sangue » 1920), abbandona Fiume, che sarà poi assegnata all’Italia.

 

L’OPEROSO RITIRO AL VITTORIALE, 1921-1938

Si ritira nella villa di Cargnacco, a Gardone, via via trasformandola per farne il « Vittoriale degli Italiani ». La pianista Luisa Bàccara è la sua compagna di questi anni. Vive in magnifica, operosa solitudine, che si accentua con l’ascesa del fascismo al potere. Attende, dal 1926, all’Edizione nazionale dell’Opera Omnia e compone « prose di ricerca » quali Le Faville del maglio e il Libro Segreto. Dispone la donazione del Vittoriale al popolo italiano. La morte lo coglie improvvisa, al tavolo di lavoro, il l° marzo 1938.

 

D'Annunzio a diporto sul Garda a bordo del MASS  

 

Nei Giardini del Vittoriale, negli ultimi mesi della sua vita

Altre 10 foto della mostra